Per contenere la diffusione del contagio del Coronavirus è necessario l’uso della mascherina per coprire naso e bocca ma che, giocoforza, rende difficile la comunicazione.

Tutti noi tendiamo ad alzare il volume della voce in quanto il tessuto della mascherina attutisce i suoni e, spesso, non capiamo cosa ci viene detto, né l’interlocutore comprende cosa diciamo noi. Siamo privati di un aspetto fondamentale del parlare, ovvero il labiale.

Il labiale viene utilizzato, se ci pensiamo, da tutti noi. Non sempre siamo nelle condizioni ideali per comprendere ciò che ci viene detto a livello uditivo e, allora, ci viene in soccorso il labiale che ci rende accessibile la parte più espressiva del viso.

Questa privazione, ovviamente, diventa un grosso problema per le persone con deficit uditivo che, per capire gli altri, hanno sempre avuto bisogno di guardare a bocca che si muove in modo da decifrare le parole che non possono essere recepite.

Relativamente al discorso dell’ipoacusia non si può non pensare a quanto il periodo del lockdown abbia inciso negativamente sul quotidiano per le persone che ne sono affette, in particolar modo per quanto riguarda il rapporto tra la comunicazione e l’isolamento.

L’isolamento ha portato le persone con deficit uditivo a stati d’animo ancor più negativi di chi non è affetto. In molti casi il senso di paura di aver bisogno e di non poter chiedere aiuto, il non poter cercare conforto neanche in una telefonata con le persone care, ha creato stati d’animo di estrema fragilità, sconforto e, a volte, depressione.

Figurarsi per i bambini con questa difficoltà come possa essere stato pesante questo periodo e quello successivo dovendosi rapportare con adulti con le mascherine!

Esistono delle soluzioni? Più che di soluzioni parlerei di suggerimenti.

Innanzitutto, poiché all’aperto non è obbligatorio indossare la mascherina, per parlare si potrebbe tenere una maggiore distanza fisica rispetto a quella prevista dalla normativa vigente per poter scoprire il viso ma, soprattutto, esprimendosi lentamente.

In secondo luogo sarebbe importante imparare a riscoprire l’importanza della comunicazione non verbale, aspetto della comunicazione tenuto, solitamente, in minor considerazione rispetto alla comunicazione verbale: via libera, quindi, alla gestualità e agli sguardi.

Relativamente alle mascherine ben venga l’utilizzo di quelle trasparenti che, appunto, agevolano l’uso del labiale, a superare le distanze e la diffidenza verso uno strumento di difesa imprescindibile.