Le caratteristiche educative e formative del nido, proprio perché sono volte a favorire la crescita dei bambini da 0, o più precisamente dai 3, a 36 mesi, richiedono di formulare un percorso curriculare che si deve concretizzare in proposte, esperienze, relazioni a misura di ciascun bambino.

E’ necessaria, quindi, una progettazione flessibile che, pur nel definire obiettivi, contenuti, strategie di azione e di valutazione, tempi, spazi e strumenti, tenga conto della centralità, della soggettività, della costruzione dell’identità, della valorizzazione delle differenze e, non ultimo, dell’individualità di ogni bambino. Tutto nel rispetto dei bisogni del singolo e del gruppo classe.

Importante, però, è non confondere i termini Progetto pedagogico con Progetto didattico. La progettualità pedagogica riguarda complessivamente l’universo delle esperienze del bambino nel nido, mentre la progettualità didattica riguarda le attività strutturate, che ne rappresentano una parte.

Progettare al nido e per il nido significa, quindi, esplicitare la proposta educativa in forma globale, sintetica ed essenziale, perché possa poi essere, durante il cammino, sviluppata ed arricchita insieme ai bambini.

I principali riferimenti all’interno di tale progettualità possono essere due: la didattica del fare e la pedagogia della relazione.

La prima, basata sul concetto di “learning by doing”, ovvero imparare facendo, si traduce, in questo contesto, in una didattica di tipo attivo, in azione concreta. In tal senso i bambini vengono accompagnati verso un processo di scoperta sempre più ampio.

La seconda si basa sulle relazioni educative che si esplicano progressivamente nell’interfacciarsi tra bambini e adulti e tra bambini e bambini, in quest’ultimo caso nelle situazioni di gioco.

Perché la progettazione è importante?

In primo luogo per dare coerenza, scientificità, intenzionalità all’intervento educativo per calibrarlo, modificandolo se necessario e, di conseguenza, rendere comprensibile alle famiglie le motivazioni dell’azione educativa.

Nel momento della progettazione, che deve prevedere momenti di scambio ed approfondimento, il team educativo mette in campo la propria professionalità in un clima di relazione positiva.

Il percorso di crescita contiene e sviluppa sia la cura che l’educazione, termine che non abbraccia l’insieme delle buone maniere da insegnare ai bambini, ma riguarda la capacità del team educativo di tirare fuori (ex-ducere) dai bambini il meglio.

La pedagogia del nido, che sarebbe un peccato ridurre a pedagogia al nido, è un tipo di pedagogia che si fonda sulle emozioni, che tiene conto di queste nella piena consapevolezza del ruolo che il team educativo gioca non solo nella crescita del bambino ma nello stesso processo di apprendimento.