Utilizzo spesso, presso il mio studio, le mappe cognitive, anche in studenti con difficoltà di apprendimento, per le caratteristiche che le contraddistinguono in ottica di alleggerimento del peso della memoria e degli sforzi nell’apprendimento di una nuova materia. 

Ho deciso di scrivere questo articolo, però, perché mi è capitato più volte di vedere studenti con delle buone mappe limitarsi alla mera esposizione dei contenuti in esse racchiusi senza essere in grado di fornirne alcun approfondimento.

Questo accade perché le mappe concettuali hanno delle potenzialità ma anche dei limiti:

  • si basano su conoscenze generali che dovrebbero fornire la base di una competenza cognitiva mentre, spesso, rimangono a livello alto senza scendere nel dettaglio di un argomento;
  • non sono sistematiche ma si strutturano via via che si procede con il percorso di studi in quanto, all’inizio, possono risultare lacunose e poco calibrate nell’approfondimento di un tema;
  • prevedono una abilità di categorizzazione in quanto possono prestarsi ad essere troppo dense di concetti, dettagli e collegamenti. In tal caso è opportuno creare due o più mappe suddividendo gli argomenti e prevedendo, successivamente, di crearne una sola di sintesi, magari macro;
  • offrono spiegazioni semplificate di fenomeni complessi quindi vanno considerate come semplificazioni di argomenti complessi ma che, necessariamente, devono essere propedeutiche ad una rappresentazione della realtà di quanto si sta apprendendo molto più accurata;
  • sono personali e soggettive, quindi, utili solo a chi le costruisce.

Alcuni docenti mi hanno espresso la loro perplessità sul fatto che le mappe impoveriscano l’apprendimento invece di arricchirlo.

In realtà è solo l’uso non corretto delle stesse che potrebbe far correre ad uno studente tale rischio: se alla costruzione di una mappa non segue l’adeguato approfondimento certamente lo studente non arricchirà il suo repertorio concettuale.

Le mappe sono, a mio avviso, un’ottima strategia di sintesi ma rappresentano, comunque, una visione generale che non può sostituirsi ad uno studio approfondito.

Una mappa ben costruita può sostenere l’apprendimento ma, senza approfondimento, non c’è cultura ed è questo il fine ultimo dell’imparare.