Il caso della Preside di un liceo di Roma accusata di aver avuto una relazione con uno studente maggiorenne per via delle numerose chat scambiatesi, è noto a tutti.

A seguito di ciò è tornata prepotentemente in auge la necessità di darsi delle regole per quanto riguarda l’utilizzo delle chat a scuola ed è, incredibilmente, l’unico argomento su cui studenti, presidi e docenti sono d’accordo!

Sicuramente è un argomento che richiede l’intervento delle istituzioni e che deve essere trattato tenendo conto di varie sfumature che raccolgano le richieste di presidi e docenti ma anche degli studenti.

L’Associazione dei Presidi richiede un codice deontologico che comprenda il corretto utilizzo delle chat con indicazione di tipo etico-professionale per insegnanti, docenti e genitori per rimanere nel campo professionale.

Gli studenti ne reclamano a gran voce l’utilità e la convinzione che abolire le chat significherebbe erigere un muro fra gli studenti ed il corpo docente.

Personalmente ritengo che le chat siano uno strumento utile perché più veloci e fluide del registro elettronico o delle comunicazioni sui diari ma devono essere utilizzate in modo corretto.

La nostra è una società della conoscenza, in cui una delle competenze chiave raccomandate dall’UE, è quella della competenza digitale. Educare alla cittadinanza digitale fa parte dei compiti della scuola, ai quali essa non si può e non si deve sottrarre.

Nei miei corsi di comunicazione spiego molte volte quanto possa diventare fuorviante utilizzare la chat quando si vuole trasmettere un messaggio che non sia una mera comunicazione di servizio. Senza entrare nei contenuti del processo di comunicazione mi basti dire che troppi, in questo tipo di comunicazione, sono i distrattori che rischiano di non mandare a buon fine la circolarità dell’informazione e di portare a feedback diversi dallo scopo prefissato dall’emittente.

Di conseguenza ritengo che la chat sia uno strumento utile per le comunicazioni, ad esempio, che la scuola ha necessità di inviare a tutti i genitori indistintamente ma, mi raccomando, che, da parte dei genitori, queste non diventino una piazza virtuale su cui riversare polemiche, ansie e frustrazioni! Questi aspetti, infatti, si possono condividere in colloqui individuali con i docenti. Lo stesso dicasi per gli studenti che devono utilizzare le chat con i professori solo per chiarimenti, dubbi sulle lezioni o sui compiti assegnati. Ancor di più sta ai docenti mantenere il tono delle chat su un piano esclusivamente professionale, prettamente di tutoraggio e non personale, non si deve incorrere nel rischio di diventare la valvola di sfogo o il “telefono amico” dei propri studenti, altrimenti il ruolo di docente viene automaticamente a decadere.

E’ importante che la scuola, appunto, formi i docenti e gli studenti sull’uso corretto degli strumenti digitali, senza demonizzare né rimanere superficiali davanti a questi contenuti.