Alcuni genitori si sono rivolti a me per chiedermi consigli su come affrontare il tema del coronavirus con i loro figli di età compresa tra gli 8 ed i 12 anni circa.
Ho raccolto le loro storie per parlarne insieme.
Federica si è abituata all’idea di vedere persone con le mascherine ma non riesce ancora a capire se servano veramente, in quanto nella sua famiglia nessuno le usa, allora chiede continuamente alla madre come mai non le metta visto che si capisce che è preoccupata.
Diego è convinto che la sorellina, con la febbre alta e con diagnosi già chiara di semplice influenza, abbia il coronavirus perché “ormai ce lo hanno tutti”.
Adele è convinta che il coronavirus sia il male assoluto e che le persone che conosceva e che non ci sono più sono tutte “andate in cielo” per questa malattia e chiede ai genitori se anche alle persone a lei vicine potrà accadere lo stesso, caricandosi di ansia.
Francesca, studiando con una compagna di classe, ha esordito con una frase molto lontana dal suo modo di pensare e da quello dei suoi genitori: “meno male che in classe non ci sono ragazzini cinesi, altrimenti ci attaccavano il coronavirus”.
Tommaso e Riccardo trovano ogni scusa per non andare dai nonni perché hanno sentito che, se una persona anziana si ammala, sicuramente morirà.
“Come si saranno fatti queste idee? Ne avranno parlato a scuola oppure tra loro?” mi domandano i genitori. Ebbene si!
Si perché i bambini captano tutto e non aspettano che i genitori siano pronti a parlare con loro ma cercano un confronto con i loro pari con il grosso rischio che si facciano idee sbagliate di qualcosa di veramente importante che crei loro solo confusione e disorientamento.
Chi legge il mio blog sa bene che io sono dell’idea di parlare ai bambini in modo schietto ma con un linguaggio che possano comprendere, che arrivi loro il più chiaro possibile, aiutandosi, se ce ne è occasione, con paragoni su cose che loro già conoscono.
Per affrontare questo delicato discorso, quindi, suggerisco di iniziare paragonando questo virus ed i suoi sintomi ad una forte influenza, che è un argomento che conoscono bene e che sentono di padroneggiare, concludendo il tutto con l’affermazione che, come l’influenza, si può trasmettere stando troppo a contatto con altre persone, specialmente in ambienti tanto pieni di gente e, soprattutto, chiusi.
Il secondo passo è quello di spiegare tranquillamente ma fermamente ai bambini che ogni virus si trasmette attraverso dei microbi e che possono essere combattuti con delle semplici regole “di prevenzione”. Tali regole devono essere essenziali e dirette: mai scambiarsi oggetti, ad esempio matite o penne, con altri bambini e metterli in bocca; ricordarsi di tenere sempre a portata di mano un fazzoletto di carta in caso di starnuti; lavarsi spesso le mani con il sapone, non soltanto con l’acqua, anche tra le dita.
Su questo punto, in ogni caso, contestualmente, rassicurare i bambini che in Italia ci sono bravissimi medici che stanno lavorando tanto per trovare un vaccino in modo che questo virus sia definitivamente distrutto e che le regole sono utili a difendersi fino a quando ciò non accadrà.
Sul fatto delle mascherine è sufficiente dire ai bambini che, in realtà, le mascherine devono essere usate solo dalle persone che hanno già il virus o che, per lavoro, come i medici, hanno contatti con persone affette da coronavirus. Motivo per cui anche un genitore preoccupato può non usare la mascherina.
L’associazione che fanno i bambini con il virus e le persone cinesi ovviamente nasce dal fatto che le fonti di informazione parlano di “virus venuto dalla Cina”, per cui si convincono che ogni bambino cinese, anche, magari, il loro migliore amico, possa attaccargli il virus e che, quindi, evitando ogni persona cinese, non siano in pericolo. E’ importante che i genitori spieghino ai figli che, anche se il virus è comparso per la prima volta in una città cinese, ora è presente in altre parti del mondo, anche in Italia ma anche che, proprio per questo, tutti i medici del mondo stanno lavorando per distruggerlo. Concludo l’articolo ricordando ai genitori che i bambini sono delle spugne ed assorbono tutto dagli adulti, specialmente gli stati d’animo. Un’ansia eccessiva non fa che aumentare la loro insicurezza e la loro paura quindi determinati e fermi ma non eccessivamente allarmisti. Inoltre non dimenticare di specificare che, come per l’influenza, si può guarire e che non è vero che, se il virus colpisce una persona anziana, automaticamente questa morirà