Gli alunni ad Alto Potenziale Cognitivo o alunni plusdotati hanno un quoziente intellettivo che, a volte, può superare i 130 punti.

Essere “più intelligente”, però, non presuppone che, a scuola, l’integrazione riesca sempre in modo soddisfacente: questi alunni sono molto particolari e possono manifestare forme di disagio sia in classe che con i compagni.

In realtà da molti anni i genitori di questi alunni si battono per i diritti dei propri figli perché i loro bisogni vengano adeguatamente riconosciuti.

Già alcune scuole, in assenza di normative specifiche, avevano inserito gli alunni plusdotati tra gli alunni con BES ma questo aveva creato non poche polemiche. Finalmente, però, con la nota 562 del 3 aprile 2019 da parte del MIUR, è stato riconosciuto che queste scuole si sono comportate in maniera corretta.

Per avere conferma di trovarsi davanti ad una persona con Alto Potenziale Cognitivo è necessaria la somministrazione del test del Quoziente Intellettivo-QI (Test di Raven e/o Scala di Wechsler) ma, in ogni caso, è possibile riconoscere questo tipo di alunni da alcune caratteristiche comuni:

  • spiccata curiosità che lo porta a fare domande agli insegnanti di continuo, manifestazioni di idee originali e, spesso, fuori dagli schemi
  • acuto senso di osservazione nei confronti di persone, cose e comportamenti
  • notevoli capacità mnemoniche
  • eccessiva autocritica

Le difficoltà a cui potrebbe andare incontro una persona plusdotata, infatti, sono di vario tipo: dalla negazione della propria condizione di “plusdotato” per integrarsi nel gruppo classe, alla difficoltà di stare seduto per parecchio tempo, ad omologarsi alle regole, alla noia durante le lezioni, fino a casi più estremi che sfociano in disturbi dell’apprendimento.

Proprio per questi ed altri motivi gli alunni plusdotati hanno diritto a piani di studio personalizzati (PDP) per valorizzare al meglio le caratteristiche e le peculiarità di questi studenti, fermo restando che ogni persona è, comunque, unica nel suo carattere.