Mi capita spesso di seguire bambini o ragazzi che arrivano da me frustrati e delusi dalla scuola perché sentono di dare il massimo ma non riescono ad ottenere i risultati sperati.

I genitori arrivano da me convinti che il figlio abbia “qualcosa che non va” ma poi, fortunatamente nella maggior parte delle volte, si tratta di un errato metodo.

Nell’articolo “padre” di questo filone ho specificato che ogni individuo predilige un sistema mentale piuttosto che un altro sulla base delle proprie caratteristiche mentali, purtroppo, però, può capitare che uno studente non riesca a metterne in atto neanche uno portando a delle conseguenze decisamente non positive.

Il primo sistema mentale che vorrei trattare è quello legato alla memoria descrivendone ile caratteristiche generali per poi entrare nel dettaglio di ognuna in successivi articoli specifici.

Partiamo dal presupposto che nessuno ha una memoria perfetta, è impossibile! Ciò detto rimane il fatto che nella scuola è richiesto un uso intensivo della memoria, di gran lunga superiore a quello richiesto per singole attività in quanto gli studenti si trovano a dover immagazzinare e ripescare una grande quantità di fatti, dati, abilità e concetti su materie non collegate tra loro.

Lo sforzo mnemonico è proporzionale al grado di scuola che ci si trova ad affrontare: nelle prime classi si devono memorizzare combinazioni di lettere che identificano i suoni della lingua, più avanti si devono riconoscere le parole su una pagina nell’attimo stesso in cui le si guarda per costruirsi un vocabolario visivo, successivamente si devono ricordare migliaia di nozioni di matematica, nuovi termini, nuove lingue.

In questo percorso molti alunni riescono ad immagazzinare efficacemente tutte le nuove nozioni e ad apprendere in modo costante durante il percorso scolastico, altri, invece, si troveranno a soffrire perché scoraggiati dal divario tra l’efficacia delle loro funzioni mnemoniche e le elevate richieste della scuola.

Convenzionalmente il sistema mnemonico si distingue in:

  • Memoria a breve termine
  • Memoria di lavoro (operativa)
  • Memoria a lungo termine

Capirne lo specifico funzionamento è utile ai genitori ma, soprattutto, agli insegnanti per individuare le specifiche carenze che vanno ad inficiare negativamente sull’apprendimento.

In particolare va tenuta presente la differenza tra la memoria a breve e a lungo termine. La prima consente allo studente di trattenere le informazioni acquisite per un periodo decisamente breve, inferiore ai 5 secondi mentre la seconda permette di tenere in archivio le nuove informazioni dando modo all’individuo di recuperarle al bisogno.

La memoria di lavoro od operativa, si può, convenzionalmente, porre nel mezzo delle altre due ed interviene quando si deve organizzare un compito attraverso delle fasi “operative” necessarie per svolgere correttamente quel determinato compito/attività. A livello scolastico può servire allo studente per conservare il significato di una frase appena letta mentre si prosegue nella lettura.

Nel prossimo articolo affronterò, nello specifico, il tema della memoria a breve termine avvalendomi dell’esperienza più significativa, tra altre, con una dodicenne ora in procinto di prendere la licenza della scuola secondaria di primo grado.