C’era una volta un piccolo villaggio abitato da tanti uccellini colorati in cui tutti vivevano sereni.
Un giorno, volteggiando sul grande prato là vicino, uno degli uccellini vide che qualcuno aveva lasciato sull’erba un uovo enorme.
L’uccellino, che si chiamava Pino, chiamò a raccolta tutti gli abitanti del villaggio per capire di quale uccello fosse quello strano uovo.
Poiché nessuno riusciva a dare una risposta al piccione Camillone venne in mente un’idea: “amici, l’unico modo che abbiamo per capire a quale uccello appartenga questo uovo è quello di covarlo e, siccome è enorme, dobbiamo farlo tutti insieme”.
Si misero, quindi, tutti all’opera e dopo alcuni giorni l’uovo si schiuse e ne uscì l’uccello più grande che tutti avessero mai visto!
Non sapendo cosa fare chiamarono il saggio gufo Rufo che, dopo averlo osservato bene, esclamò: “è uno struzzo!” e volò via a rimuginare su qualche altra cosa.
Gli uccellini rimasti, guardando la sua stazza, immaginarono che avrebbe avuto grandi ali per volare nel cielo come un angelo e decisero, perciò, di chiamarlo Arcangelo.
Man mano che cresceva, diventando sempre più grande, gli uccellini si accorsero che, in realtà, era un vero fifone tanto che nascondeva la testa sotto la sabbia ogni volta che si spaventava e, soprattutto, non ne voleva sapere nulla di volare.
I poverini cercarono in ogni modo di insegnarglielo ma non c’era verso di farglielo fare anche perché, quando proprio non riusciva ad evitarlo, le sue ali erano talmente piccole che non lo sorreggevano affatto in volo e cadeva subito giù con un tonfo.
Una sera in cui era sdraiato sul prato a ragionare sulla sua inutilità come uccello, visto che non volava, sentì un forte schiamazzo venire dal villaggio. Subito arrivarono gli uccellini impauriti perché stava per arrivare l’uccellaccio Demetra, una temibile predatrice in cerca di cibo, e loro non avrebbero fatto in tempo a nascondersi.
In quel momento Arcangelo capì che i suoi piccoli amici erano davvero in pericolo ma non ebbe paura, anzi, li rassicurò dicendo loro di mettersi dietro le sue altissime zampe e poi si eresse in tutta la sua altezza nel bel mezzo del prato.
Demetra volò davanti a lui ed esclamò: “e tu chi saresti?” e lui rispose con aria di sfida: “sono Arcangelo, il guardiano del villaggio e ti ordino di andare subito via!”. Demetra lo guardò per un po’ con l’intento di mettergli paura ma capì presto che contro quell’enorme uccello non l’avrebbe mai avuta vinta e allora rispose: “beh, passavo di qua ma solo per caso” e allora Arcangelo le disse: “per questa volta ti lascio andare ma guai a te se ti ripresenti di nuovo, vai e non tornare mai più!” e Demetra volò via lontano.
Tutti gli uccellini si strinsero intorno a lui per ringraziarlo e gli dissero: “Grazie Arcangelo che, anche se non voli, per noi sei un angelo lo stesso!”