C’era una volta una bambina, di nome Celestina, che abitava in una grande casa dentro una bella città.
I suoi genitori erano dei nobili molto ricchi ma lavoravano molto perché gli piaceva avere tanti soldi e non erano molto presenti nella vita quotidiana della loro figlia anche se lei lo avrebbe tanto voluto.
Celestina, fin dalla nascita, fu affidata alle cure di una bambinaia e dei nonni ed imparò, suo malgrado, a comportarsi e a parlare come gli adulti perché tutti da lei si aspettavano grandi risultati qualunque cosa facesse.
Arrivò il giorno in cui Celestina dovette andare a scuola e fu per lei un problema perché gli altri bambini si stancarono presto del suo modo forbito di parlare e del modo di comportarsi superiore che aveva imparato e che voleva imporre agli altri bambini per poter stare con lei.
Da allora la chiamarono Celestina l’antipatichina e la lasciarono sola.
Lei soffriva per questo e chiese aiuto ai genitori per capire come fare ma loro, sempre molto presi dal lavoro, invece di impegnarsi le dissero che gli altri bambini non erano alla sua altezza: lei era migliore di loro e doveva andare avanti per la sua strada anche lasciando gli altri indietro.
Celestina capì da sola cosa fare: iniziò a parlare e a comportarsi come una bambina della sua età e scoprì che questa cosa le piaceva perché la faceva sentire meglio con sé stessa. Poi, pian pianino, magicamente, si riempì di amici con i quali si comportava non più con superiorità ma con semplicità e spontaneità apprezzando di vivere con meno peso la sua età.
I genitori non furono d’accordo ma a lei non importava: aveva capito che i bambini sono bambini e devono vivere la loro età per quella che è perché per crescere serve il giusto tempo.
Celestina l’antipatichina non c’era più!