C’era una volta Babbo Natale…si…ma c’era una volta anche la Befana!
Tra i due non correva certo buon sangue e, quando si incontravano, oltre a guardarsi sempre malissimo, non perdevano occasione per discutere su chi fosse il più bravo a consegnare i regali e, quindi, il preferito dei bambini.
“Sei solo un vecchio barbuto vestito di rosso come un pomodoro! Io porto tanti dolci ed i bambini sono contenti perché, almeno una volta l’anno, con me possono mangiarne quanti ne vogliono” diceva la Befana rivolgendosi a Babbo Natale.
“E tu allora? Sei solo una brutta strega brontolona! Io sono quello che rende felici veramente i bambini, perché ho la slitta grande e posso portare tanti regali, invece tu, con quella scopa spelacchiata e con quel sacco pieno di toppe sulle spalle, cosa vuoi portare?” ribatteva Babbo Natale.
Questa storia andava avanti da anni e non sarebbe mai finita se non fosse accaduto qualcosa che cambiò il loro rapporto per sempre.
In una sera fredda e piovosa, tra Natale e l’Epifania, la Befana volava sulla sua scopa e rimuginava. “Guarda te che brutto temporale! Chi me lo fa fare alla mia età di faticare così? Devo veramente pensare di ritirarmi, anche se non voglio darla vinta a quell’antipatico di Babbo Natale”. Distratta dai suoi pensieri, però, non si accorse di una grande nuvola davanti a lei e ci si scontrò. Allora perse il controllo della sua scopa ed iniziò a precipitare velocemente.
Proprio in quel momento, per caso, arrivò Babbo Natale sopra la sua slitta.
Quando vide la Befana precipitare, pensò: “Per tutti i regali del mondo, la vecchietta dei miei stivali sta precipitando! Ebbene, la regola 705 del Codice di comportamento di Babbo Natale prevede di aiutare sempre le vecchiette in difficoltà, quindi devo aiutarla, altrimenti sarei un Babbo Natale senza onore. Forza Sissi, forza Sussi, forza Biribissi, mie belle renne, veloci, andiamo!”.
In un battibaleno le renne raggiunsero la vecchietta e Babbo Natale, da sopra la slitta, le gridò: “Befana svelta, aggrappati alla renna che ti riportiamo su”, lei lo fece immediatamente e si salvò.
Babbo Natale la fece sedere accanto a lui sulla slitta e lei, allora, gli disse: “Grazie per avermi salvata, forse non sei tanto male come pensavo” e Babbo Natale rispose: “forse non lo sei neanche tu” e scoppiarono a ridere.
A quel punto, però, la Befana si ricordò di una cosa e disse: “Oh, no! Sono in ritardo per l’Epifania e non ho ancora preparato nessun dolce, quindi come farò a non consegnare le calze vuote?”.
Babbo Natale, che aveva già tutto pronto, replicò: “Ti posso aiutare io! Sono un bravo pasticcere e preparo sempre ai miei folletti qualche dolcetto per il grande lavoro che fanno per me. Scusa, non si vede?” esclamò toccandosi la pancia e ridendo.
Subito si misero all’opera e, impastando, cuocendo, creando dolci insieme, divennero ancora più amici.
Arrivò la notte dell’Epifania e, visto che erano diventati tanto amici, Babbo Natale propose alla Befana di andare insieme a distribuire i dolci sulla slitta, a cui aggiunsero anche la scopa, per andare più veloci.
Ecco che, così, tutti in città videro Babbo Natale e la Befana volare insieme sulla slitta per rendere felici tutti i bambini.
Alessandra Santilli