Caro insegnante,

che hai in mano delle vite e tante.

Se ti chiedo qualcosa

non dirmi “dopo”: se te lo chiedo ci sarà uno scopo.

Se non so qualcosa

non dirmi “somaro”: questa parola ha un sapore amaro.

Se non riesco a studiare

non mi sgridare

ma chiedimi il perché,

forse, se ci rifletti, lo sai già da te.

Se in classe son stanco e non seguo niente

non mi punire, forse è stanca anche la mia mente.

Non mi scoraggiare

perché tra il dire e il fare non c’è sempre il mare.

Piuttosto dimmi che ce la posso fare,

 che sarai accanto a me a guardare

come il tuo alunno, da solo, può spiccare il volo.