“Oggi mi viene a prendere la nonna!” esclamò Alvise, involontariamente, durante la spiegazione della maestra.
Era piuttosto chiaro che in quel momento non fosse particolarmente attento a ciò che accadeva in classe visto che, mentre la maestra spiegava, tutti dovevano rimanere tassativamente in silenzio e, quindi, si prese un bel rimprovero davanti a tutti con la raccomandazione di non parlare fino alla fine dell’orario scolastico.
Come, ormai, tutta la classe sapeva, trovò la nonna ad aspettarlo al portone della scuola e lei, dalla sua faccia, capì subito che ne aveva combinata una delle sue.
“Cosa hai fatto ieri pomeriggio?” chiese la nonna cercando di prenderla alla lontana.
“Splash, spruzz, glu glu, bleah” rispose Alvise.
“Bene, deduco che tu sia andato in piscina dove hai anche bevuto quell’acqua cattiva piena di cloro!” aggiunse sorridendo la nonna.
Vedendo, poi, che Alvise non parlava decise di arrivare al punto e chiese: “Come è andata a scuola oggi?”.
“Blablabla” disse indicandosi e poi: “ssstt” facendo il segno del dito indice davanti alla bocca, “grrrrr” aggiunse Alvise sgranando gli occhi ed assumendo un’espressione arcigna.
“Mhhh, mi pare di capire che tu abbia parlato quando non dovevi e la maestra, giustamente, si sia arrabbiata, sgridandoti davanti a tutti i tuoi compagni” affermò la nonna.
“Sigh, sigh” mugugnò Alvise.
“Dai dai non preoccuparti, vedrai che la maestra domani non sarà più così arrabbiata” aggiunse la nonna andando verso la porta di casa.
“Drin drin” disse Alvise suonando il campanello.
“Oggi Alvise parla la lingua usata nei fumetti” disse, sorridendo di nuovo, la nonna al nonno che aveva aperto la porta.
“Allora adeguiamoci anche noi a questa lingua” rispose lui ed aggiunse, con aria furbetta: “Gnam gnam, glu glu”.
Alvise capì subito di cosa si trattava e corse in cucina a bere la cioccolata calda e a mangiare la torta di mandorle e carote che tanto adorava.
“Conosci l’onomatopeichese allora!” esclamò il nonno ridendo. D.ssa Alessandra Santilli Pedagogista e Formatrice
“Che parola è questa, nonno?” chiese Alvise incuriosito mentre sbranava la sua merenda.
“La lingua che si parla nei fumetti ha un nome, caro Alvise” rispose la nonna.
“E quale, il “fumettese”?” esclamò soddisfatto Alvise ridendo sotto i baffi.
“Onomatopea e non “fumettese”” disse il nonno divertito. “E’ un’espressione che imita rumori di oggetti, versi di animali ed altri suoni, invece di esprimerli con le parole” aggiunse.
Alvise sembrò divertito da questa nuova scoperta e decise, subito, di trovare altri termini, intorno a lui, che chiamò “termini fumettesi”.
Di corsa, quindi, andò in giardino e, vedendo il coniglietto che mangiava la carota, esclamò: “Crunch crunch”.
Poi, sentendo il treno da lontano, esclamò: “Ciuf ciuf”. Sentendo il tram: “Tran tran”.
Poco dopo, tornando in casa, sempre di corsa, involontariamente sbattè la porta.
“Sbam, sbam”, esclamò di nuovo!
“Bravo bravo, ma non distruggerci casa!” risposero i nonni divertiti.
La mattina dopo, a scuola, Alvise parlò alla classe di ciò che aveva fatto con i nonni il giorno prima e la maestra, contenta che lui avesse imparato qualcosa di nuovo, fece il gesto di applaudire ed esclamò: “Clap clap”, seguita, ovviamente, da tutti i compagni e dalle loro risate: “Ahahahaha”.