Nell’ambito delle riforme avviate nel corso degli ultimi decenni nel contesto formativo e scolastico italiano, una delle più innovative riguarda la riformulazione di nuove norme giuridiche che affidano alla scuola e agli insegnanti la funzione della progettazione, intesa come strumento strategico fondamentale per dare soluzione ai problemi che segnano a fondo la struttura delle istituzioni formative.

La progettazione mostra la sua utilità nella misura in cui risulta in grado di prevedere interventi formativi orientati alla soluzione dei problemi e di appropriarsi della capacità di cogliere “segnali” di disagio da parte dell’utenza, ovvero genitori ed alunni stessi.  L’abilità didattica e formativa risulta essere, in questo senso, una conseguenza dell’attività di progettazione: il progettare inteso come attività che consenta alle professioni educative di individuare con la massima chiarezza possibile finalità e obiettivi della formazione deve manifestare una intenzione finale di cui sia possibile cogliere il punto di approdo.

Il passaggio dalla teoria alla realizzazione pratica dei progetti richiede un impegno notevole ma, soprattutto, presume una precisa competenza tecnica sui passi e le fasi da rispettare prima dell’esecuzione dell’attività di progettazione: in questo senso l’istituzione formativa, accanto alle competenze necessarie alla progettazione, dovrebbe essere in grado di elaborare le condizioni organizzative necessarie per formulare e mettere in pratica il progetto formativo.

Un particolare rilievo riveste, in ambito pedagogico, il tentativo di rendere operativo un modello fortemente innovativo di istituzione formativa volto ad acquisire le competenze necessarie per progettare, o meglio, per assumere permanentemente la gestione diretta degli obiettivi e dei processi verso i quali l’istituzione stessa risulta orientata.

Ciò preclude, da parte degli insegnanti, la presenza delle seguenti competenze: apertura, flessibilità cognitiva, capacità di sperimentazione, capacità di dialogo. La funzione del progettare induce gli operatori della formazione, investiti di una nuova qualità professionale, ad individuare, decidere, indirizzare strategie e processi diretti alla persona nella sua interezza piuttosto che descrivere astrattamente contesti da organizzare. L’attività di progettazione induce gli insegnanti a impegnarsi nella costruzione di un modello di formazione elaborato in tutti i suoi aspetti, dalle decisioni in merito ai valori e ai traguardi da privilegiare fino alla valutazione dei risultati raggiunti.

Su queste basi l’attività di progettazione richiede agli insegnanti competenze specifiche di natura didattica e disciplinare. Tre strumenti conoscitivi e di intervento compongono il profilo dell’insegnante sui quali egli deve fare leva per condurre a compimento con successo le finalità della scuola e per affrontare correttamente la progettazione:

  • conoscenze disciplinari e scientifiche
  • competenze connesse alla funzione pedagogica e formativa di natura amministrativa, di ricerca e di sperimentazione
  • abilità didattiche necessarie per trasmettere efficacemente le conoscenze

Si può sintetizzare la questione della progettazione indicando eventi chiave che ci consentano di cogliere pienamente il senso dei cambiamenti in atto nell’assetto istituzionale e organizzativo della scuola in Italia:

  1. processo di decentramento del sistema di istruzione, a sua volta effetto di una più generale spinta verso una trasformazione in senso federalista dello stato italiano;
  2. l’attribuzione dell’autonomia organizzativa e didattica alle scuole di ogni ordine e grado che determina un contesto didattico inedito in cui è centrale il conferimento agli insegnanti e agli operatori scolastici di un ruolo da protagonisti nelle decisioni che riguardano la formazione. Secondo la legislazione vigente essi possiedono una funzione importantissima di “interlocutori” qualificati per decidere le linee operative necessarie a potenziare e dislocare l’offerta formativa in rapporto ai bisogni espressi dalla realtà territoriale;
  3. gli specifici obiettivi di natura formativa attribuiti agli enti locali. La funzione principale consiste nella programmazione e nel coordinamento della rete scolastica presente a livello territoriale, ossia nella definizione di un supporto appropriato alla realizzazione degli obiettivi formativi, all’impiego di misure utili all’apertura di scuole;
  4. la nuova funzione affidata agli insegnanti di costruire un progetto formativo le cui caratteristiche impongono alla scuola compiti e obiettivi storicamente mai svolti, quelli cioè relativi alla progettazione e della comunicazione dell’identità culturale e formativa dell’istituzione in un documento scritto, noto come POF[1], Piano dell’Offerta Formativa, in cui siano espressi in forma esplicita e comprensibile all’utenza: gli obiettivi, la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa e organizzativa che la scuola intende adottare nella sua autonomia.

[1] Il Piano dell’Offerta Formativa costituisce in genere l’identità di un istituto scolastico sia sul piano didattico educativo che su quello organizzativo gestionale. Per questo motivo esso è comunemente composto di una parte che rimane sostanzialmente invariata di anno in anno, relativa alle linee educative, ai servizi e all’organizzazione, e di un’altra che si modifica in relazione ai diversi progetti. Si tratta di un documento elaborato e approvato dal Collegio dei Docenti sul quale, però, possono intervenire sia genitori che alunni, con proposte e pareri, sia nella fase di rielaborazione sia in quella della valutazione. Esso è un vero e proprio contratto formativo tra l’istituto e le utenze in cui viene richiamato e fissato l’intero processo educativo e formativo offerto dalla scuola allo scopo di mantenere l’istituzione scolastica coerente con le necessità del presente e di consentirle di rispondere adeguatamente alle esigenze del territorio, delle potenzialità e delle risorse che esso offre.