Nei miei precedenti articoli dedicati ad alunni con Bisogni Educativi Speciali ho spiegato che, tra le varie tipologie di alunni che vi rientrano, ci sono gli alunni stranieri, i cosiddetti NAI, ovvero neo arrivati in Italia, che non parlano italiano o che lo parlano poco, inseriti a scuola da meno di due anni; tali alunni, a seconda dell’età, della provenienza geografica, della lingua di origine e del grado di scolarità in essere, possono essere, quindi, considerati alunni con BES.

Gli interventi didattici a loro rivolti partono dall’apprendimento linguistico e constano di tre fasi:

1^fase (dall’inserimento ai primi tre mesi circa): acquisizione della lingua per comunicare.

Il docente deve sostenere didatticamente l’allievo nelle attività di comprensione, produzione orale, creazione di un lessico basico e nell’acquisizione di tecniche di lettura e di scrittura.

2^fase (primo anno di inserimento): ampliamento delle competenze acquisite a livello linguistico.

L’alunno inizia, parallelamente al lavoro di potenziamento delle abilità linguistiche di base, a partecipare all’apprendimento di contenuti disciplinari comuni alla classe, partendo da materie con un limitato carattere di natura “verbale”, con l’utile supporto di strumenti mirati a disposizione degli alunni stranieri: glossari bilingue e testi semplificati linguisticamente accessibili.

3^fase (dal primo anno di inserimento in poi): consolidamento abilità linguistiche.

L’alunno può seguire la programmazione curricolare comune alla classe seppur con il supporto di forme di facilitazione didattica e linguistica.

Tutte queste fasi non possono prescindere da attività laboratoriali pedagogiche volte a tematiche ed argomenti linguistici e disciplinari, così come attività di doposcuola ed iniziative di aiuto allo studio in orario extrascolastico.

Per il lavoro in classe fornisco delle semplici indicazioni didattiche, da applicare in linee generali su tutte le materie curriculari, valide anche per alunni BES non NAI:

  • concessione dell’uso del vocabolario;
  • utilizzo di testi facilitati;
  • utilizzo di brevi dispense scritte al computer in linguaggio semplice, sintetico e ricco di tabelle e schematizzazioni;
  • dispensa dalla lettura ad alta voce e dalla scrittura sotto dettatura;
  • interrogazioni programmate;
  • somministrazione di prove scritte e orali con modalità che tengano conto più del contenuto che della forma e con tempi più lunghi sia per le prove scritte che per lo studio a casa;
  • predisposizione di prove scritte differenziate senza domande aperte, temi e riassunti ma con indicazioni chiare in merito al compito da svolgere e con esempi comprensibili.

Relativamente alla parte dell’individualizzazione dell’insegnamento a loro rivolto è necessario che gli insegnanti tengano conto della difficoltà della lingua scritta per questi alunni e che non diano per scontata la comprensione dei significati, specialmente all’interno di un testo.