L’arrivo dell’adolescenza è uno degli eventi naturali più temuti dai genitori del XXI^ secolo che hanno sempre troppo poco tempo per tutto.

Questo articolo è il primo di una serie dedicata al mondo dell’adolescenza ed affronta la tematica della comunicazione efficace tra genitori e figli adolescenti: una comunicazione, appunto, a loro misura.

Nei vari incontri con i genitori, richiesti per migliorare le loro relazioni educative con i figli adolescenti, ho compreso che il loro massimo desiderio sia quello di essere parte integrante del mondo dei loro figli adolescenti e non semplici comparse nel film della loro vita.

Perché ciò accada è necessario, come prima cosa, trovare un buon canale comunicativo attraverso un linguaggio comune comprensibile a genitori e figli.

Nonostante la certezza che la maggior parte degli adolescenti (fascia di età compresa tra i 12 ed i 17 anni) supererà questo periodo senza particolari stravolgimenti, è anche abbastanza comune che non vengano meno porte sbattute, discussioni accese, imprevedibili eccessi d’ira e prolungati silenzi.

Principalmente ciò che è difficile trovare è un corretto equilibrio tra dare loro la privacy che chiedono e quello di non interrompere la linea di comunicazione con i figli adolescenti. Non arrendersi davanti ai muri che alzano ma cercare di abbatterli continuando a provare, a fare domande, a far capire continuamente che vi importa di loro e che siete sempre pronti ad aiutarli.

Bisogna convivere con la loro emotività, suscettibilità, permalosità ma anche con il loro bisogno di fermezza e stabilità da cui, nella loro mente, vogliono allontanarsi ma che, di fatto, ricercano.

Come procedere, quindi?

  • Parlate meno e ascoltate di più: molto spesso gli adolescenti lamentano il fatto che i genitori non li ascoltino realmente e, purtroppo, non hanno sempre tutti i torti. Quando si instaura una conversazione con loro è importante allontanare il cellulare, il computer, il giornale e spegnere la televisione per dare loro la certezza di essere ascoltati e che ritenete importante ciò che vi stanno dicendo e, soprattutto, rispondete con cognizione di causa e non tanto per dire qualcosa. Imparate anche a non interromperli, anche se la voglia potrebbe essere tanta, per evitare che si convincano che non li fate parlare. Quando parlate con loro cercate di essere brevi e concisi per evitare l’effetto “conferenza” e fargli distogliere l’attenzione dai concetti che state trasmettendo.
  • Usate l’umorismo in modo efficace: la dote dell’umorismo è una buona strategia comunicativa contro gli stati di ansia reciproci. Gli adolescenti, spesso, lamentano il fatto che i genitori siano troppo seri e che se la prendano eccessivamente per ogni “cavolata”: cercate di sdrammatizzare senza incorrere nella battuta sarcastica che potrebbe far sentire il figlio burlato.
  • Ultimatum? Anche no: meglio cercare un compromesso che dare un ultimatum che, comunque, l’adolescente prenderà come una sfida e della cui reale riuscita non si ha certezza.
  • Trattenete i giudizi: non giudicateli per tutto ma cercate di trovare dei modi alternativi per fargli capire come potrebbero migliorare determinati comportamenti anche utilizzando esempi di vita vissuta: ciò li porterà a parlare con voi e a cercare consigli.
  • Avvicinatevi alla loro realtà: fate vedere ai vostri figli che conoscete i loro termini, così come le mode, i cantanti del momento, però non utilizzateli nelle conversazioni familiari.

8 Commenti

  1. Allora premetto che mio figlio ha 11 anni…anche se ne dimostra di più,nei pensieri,nelle domande,nei discorsi. Non so il motivo forse il fatto che l’ho avuto presto (22 anni) l’abbiamo sempre portato con noi,in mezzo agli amici,abbiamo sempre parlato con lui…Io forse troppo… mi piaceva spiegare le cose anche quando era molto piccolo. Ora abbiamo secondo me un bel rapporto,parliamo ancora molto,mi racconta tutto (spero) anche se quest’ultimo anno è cambiato molto ed io forse presa da casa,lavoro,secondo figlio…terza gravidanza… L’ho un po “abbandonato” forse sbagliando perché lo vedo già grande,ma grande non è ed ha ancora bisogno di me!! È difficile Ale,non si sa mai qual’e’ la cosa giusta,parlarci,spiegargli…forse l’unica cosa che posso rimproverarmi è che sono stata e lo sono tuttora “troppo amica” e quindi a volte non vengo presa sul serio…e poi lo amo,più di me stessa e non riesco ad essere ferma nelle decisioni… basta un suo sguardo e mi sciolgo… cmq farò di tutto per mantenere un buon rapporto con lui e spero di averlo con Tommaso e in un futuro con il piccolo in arrivo!! Grazie dell’articolo è veramente interessante!!

  2. Cara Ambra l’adolescenza travolge genitori e figli come un fiume in piena ma è sempre importante essere certi che ci si possa aggrappare gli uni agli altri con fiducia e amore. Non esiste un manuale di comportamento per i genitori valido per tutti gli adolescenti e questo è un bene perché ognuno porta con sé un proprio bagaglio di educazione ed esperienza che lo rende unico. Conosco il tuo “bambino” e so che gli avete fornito tutti gli strumenti per uscire indenne da questo necessario momento di crescita. Calma, pazienza, sangue freddo e amore. Grazie per il tuo commento.

  3. Per l’adolescenza non esiste un antidoto, purtroppo, ma è anche vero che si tratta di un passaggio obbligatorio, necessario attraverso il quale i ragazzi diventano gli adulti di domani.
    Quello che noi genitori possiamo fare è assistere a questa trasformazione, ad una giusta distanza, tendendo una mano quando richiesto, cercando di limitare i danni peggiori, se possibile, e accoglierli in un abbraccio quando avranno bisogno di noi.
    Articolo interessante e pieno di spunti di riflessione. Complimenti!

    • Bene, in realtà hai compreso perfettamente il senso di quanto ho scritto. Esserci, a debita distanza, ma far sentire loro di non essere soli nonostante pensino il contrario. Grazie per il commento!

  4. beh noi l’umorismo lo usiamo come stile di vita…il problema è che quando lo usa lui con te e non sei proprio di ottimo umore ci resti un pò male, anche se almeno vedi che ha interiorizzato lo stile

    • certo, lo capisco! Comunque, come scrivi tu, l’importante è aver interiorizzato lo stile!! Grazie del commento.

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